CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLA CULTURA ARCHEOLOGICA
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLA CULTURA ARCHEOLOGICA
VIA ARCIPRETURA, SUBBIANO, AREZZO
STRUTTURA COLLEGATA ALL’ECOMUSEO DEL CASENTINO
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLA CULTURA ARCHEOLOGICA
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLA CULTURA ARCHEOLOGICA
VIA ARCIPRETURA, SUBBIANO, AREZZO
STRUTTURA COLLEGATA ALL’ECOMUSEO DEL CASENTINO
- PERCHÉ VISITARLO
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Per fare un “tuffo nel passato” e comprendere, attraverso i reperti archeologici, le trasformazioni e la storia antica del territorio del basso Casentino. Per avvicinarsi in maniera ludica e creativa alla comprensione del passato con laboratori di diversa natura proposti dal gruppo archeologico e… per conoscere Ardente, il drago d’oriente!
- ARTICOLAZIONE E CARATTERISTICHE
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Il Centro di Documentazione si trova nell'ex cantina dell'Opera Pia di Subbiano, presso la Chiesa di Santa Maria della Visitazione. Nelle due sale espositive di cui si compone la struttura, sono esposti i reperti provenienti dagli scavi archeologici, svolti dal Gruppo Archeologico Giano nel territorio dei Comuni di Subbiano e di Capolona, sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza ai Beni Archeologici della Toscana. Il recupero, il restauro e l'allestimento museale dei reperti sono stati curati e promossi dal Gruppo Archeologico Giano.
L'allestimento accompagna il visitatore lungo un percorso a ritroso nel tempo attraverso aspetti diversi del passato del territorio:
- Le antiche chiese scomparse, sezione che comprende epigrafi incise sulla pietra e materiali provenienti da alcune chiese del territorio scomparse da tempo;
- I riti funebri, con la ricostruzione di due tombe del I° secolo, una ad inumazione e l’altra ad incinerazione, che ci mostrano le due diverse modalità di sepoltura in vigore a quel tempo. Le due tombe hanno restituito alla collettività una cospicua quantità di reperti tra cui uno specchio in bronzo e una fibula a drago risalente alla fase orientalizzante etrusca.
- le forme e gli usi dei manufatti in ceramica, a vernice nera e rossa, documentati grazie alle diverse tipologie di reperti presenti nell’esposizione. - PARTICOLARITÀ E CURIOSITÀ
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Nell’ambio delle diverse attività che il Gruppo Archeologico Giano propone alle scuole, è stata realizzata una pubblicazione dedicata alla narrazione fantastico-immaginaria di un reperto archeologico dal titolo “Ardente Drago d’Oriente”. Il quaderno didattico prende spunto da uno dei reperti più preziosi della collezione: una fibula a drago datata al VI° secolo a.C.
APPUNTAMENTI FISSI
Durante le Notti dell’Archeologia (mese di Luglio) sono annualmente proposte occasioni di approfondimento e divulgazione su tematiche connesse allo studio dei reperti esposti nel Centro di Documentazione Archeologica, con riferimento agli specifici contesti della storia locale antica.
PERCORSI E ITINERARI, LUOGHI DI PREGIO CONNESSI O PROSSIMI ALLA STRUTTURA
Chiesa di Santa Maria della Visitazione
La chiesa di Santa Maria della Visitazione ingloba parte dell’antica chiesa medievale del castello e custodisce, al suo interno, ciò che resta degli affreschi quattrocenteschi che la decoravano. Recenti lavori di restauro hanno riportato alla loro bellezza originaria le figure di San Rocco, pellegrino romeo e San Sebastiano martire, entrambi di scuola aretina.
Il Castello di Subbiano
Posto a ridosso dell’Arno e del Torrente Palbena e probabilmente sorto come fortilizio a controllo della Via Romea Germanica, col tempo perse la sua primaria funzione militare per divenire un piccolo villaggio fortificato con le case addossate intorno alla torre principale e racchiuse da una cinta muraria. Entrando nel castello dalla parte della piazza, dopo aver percorso l’antica e particolare viuzza interna. si giunge proprio sotto la torre centrale. Da lì è possibile proseguire per la passeggiata lungo l’Arno, fino ai resti del mulino cinquecentesco della famiglia Palazzeschi.
Via Romea Germanica
Subbiano, come riporta il manoscritto degli Annales Stadenses, redatto nel 1236 dall’abate Alberto, frate francescano del convento di Santa Maria di Stade, è indicato come tappa per coloro che dalla Germania si recavano in pellegrinaggio a Roma. Scesi dal Passo di Serra, il percorso, dopo aver attraversato la Vallesanta entra nel territorio del Comune di Subbiano nei pressi del Castello di Valenzano e da lì scende verso l’abitato di Subbiano e lo attraversa, transitando da Via dell’Arcipretura, dove è ubicato il Centro di Documentazione Archeologica, per poi accedere al Castello di Subbiano.
Pieve a Sietina
La Pieve di Santa Maria Maddalena a Sietina, ubicata nel borgo omonimo, nel Comune di Capolona, è ritenuta “un raro edificio sorto tra il IX e il X secolo”, anche se alcuni studiosi ipotizzano l’esistenza di una pieve più antica, sulle cui rovine sarebbe stata edificata quella attuale. Le pareti interne mostrano pitture ascrivibili a periodi diversi. Al ciclo trecentesco, che corre lungo le pareti della navata centrale, appartiene un primo affresco con Quattro Santi, tra i quali si riconoscono Pietro, Lorenzo e Stefano. Nell’ultimo pilastro della navata centrale troviamo San Benedetto ed infine, nel pilastro seguente, è raffigurato San Biagio vescovo. Sul lato sinistro, appare un San Cristoforo col bambino sulle spalle, una Maddalena nel deserto che riceve l’eucarestia dall’angelo e, a seguire, una Santa Caterina d’Alessandria. Altri affreschi, collocati nel sottarco tra due pilastri, sono costituiti da una Madonna in trono col bambino, le Sante Caterina e Maddalena oranti e una Trinità, costituita da un corpo con tre teste diverse. Posteriore agli affreschi trecenteschi, databile ai primi del Quattrocento, è il trittico murale spinelliano con Sant’Antonio Abate, Madonna col bambino in trono e Martirio di Sant’Agata. Alla fine del Quattrocento, nella controfacciata destra per chi entra dalla porta principale, fu raffigurata una Annunciazione, che l’iscrizione posta nella parte inferiore del riquadro che delimita il dipinto, ci informa che QUESTA NUNTIATA FECE FARE MONNA GNIALDA DONNA FU DI MASGIO.
Mulini di Falciano
Presso la Loc. Falciano, nel Comune di Subbiano, è presente un caratteristico e particolare complesso molitorio, attivo fin dal ‘500, di proprietà delle famiglie Mattesini. Fino a pochi anni fa era costituito da 4 mulini, oggi ne sono in funzione due. Sono disposti in successione, così da sfruttare la stessa acqua, che una volta prelevata dal vicino torrente Chiassa, tramite un berigno viene condotta al primo bottaccio per poi passare in quello del mulino successivo.
INFORMAZIONI E ORARI DI APERTURA
Apertura su richiesta.
Informazioni Gruppo archeologico Giano: 338 3321499 – 328 5642276; ecomuseo@casentino.toscana.it